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Risorse e FAQ

Informazioni utili 

Le domande più frequenti che riguardano le nostre terapie  

La molecola del THC contenuta nella pianta medicinale, si lega ai recettori cellulari chiamati CB1 e CB2 la cui attivazione è responsabile degli effetti psicoattivi ma anche di quelli antidolorifici, anti nausea e vomito, stimolanti l’appetito, e della diminuzione della pressione endoculare.

La molecola del CBD sembra non legarsi ai recettori CB1 e CB2 in quantità apprezzabile ma la sua attività riguarda un potenziale effetto sul sistema immunitario e dell’infiammazione , sull’analgesia e un non trascurabile effetto antiemeticoantipsicoticoantischemicoansiolitico e antiepilettico.

La cannabis è una pianta usata da millenni che contiene numerosissimi principi attivi non ancora del tutto conosciuti che le rendono ragione dei numerosissimi effetti terapeutici. Le sostanze contenute nel fitocomplesso che vengono utilizzate ai fini terapeutici, sono in particolare due: il THC è il CBD.

Il THC (tetraidrocannabinolo) è la molecola responsabile dell’effetto psicoattivo della sostanza e il CBD (cannabidiolo) che, pur avendo un ruolo importante e autonomo nella gestione dell’infiammazione, sembra modulare e prolungare l’effetto del THC.

Tutte le piante ad uso medicinale, provengono da una linea genetica costante e le procedure di coltivazione e il controllo dei contaminanti e inquinanti, seguono protocolli standardizzati. In commercio si trovano i seguenti tipi di preparati che presentano diverse percentuali dei due principi attivi:

  • Bedrocan: contiene circa il 22% di THC e meno dell’ 1% di CBD. Si tratta di una varietà importata dall’Olanda e per le sue caratteristiche, si usa maggiormente nelle patologie in cui è necessario supportare il SNC (disturbi del sonno, dolore neuropatico, nausea ecc)
  • Bediol: contiene un livello di THC pari a circa il 6,5% e un livello di CBD pari circa all’8%. Le sue caratteristiche trovano impiego sia per il dolore cronico che nelle malattie autoimmuni, le malattie infiammatorie intestinali, patologie reumatiche compresa la Fibromialgia.
  • Bedrolite: si tratta della varietà non psicoattiva, contiene 9% circa di CBD e meno dello 0,4% di THC. L’assenza di effetti psicoattivi sul SNC ne conferiscono particolare maneggevolezza e utilizzo nell’epilessia resistente a terapia o in tutti i pazienti in cui è controindicato l’uso del THC.
  • L’FM2 prodotta dallo stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze: contiene THC in percentuale tra il 5 e l’8% e CBD tra 7,5 e 12%.
  • FM1 prodotta dallo stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze: contiene THC in percentuale tra il 13 e il 20 % e CBD minore dell’1,0 %
     
  • Aurora 1/12: è l’ultima varietà uscita sul mercato, di importazione Canadese con THC minore dell’ 1,0 % e CBD in percentuale tra 8,0 e il 10 %
     
  • Pedanios 22/1 : con THC in percentuale compreso tra il 17 e il 26% e CBD minore del 1%.

Per quanto invece riguarda la Cannabis da strada, quella del mercato illecito, non conosciamo né la provenienza, né la metodica di coltivazione né tantomeno la percentuale dei principi attivi in essa contenuti.

In base al Decreto Ministeriale del 15 novembre 2015, è sancito che i soggetti in terapia dovrebbero essere esentati dalla guida di veicoli o dallo svolgimento di lavori che richiedono allerta mentale e coordinazione fisica, per almeno 24 ore dall’ultima somministrazione con cannabis per uso medico. Va considerato che tracce di cannabinoidi si possono trovare nelle urine anche a settimane di distanza dalla sospensione della terapia. La stessa regolamentazione vale per l’utilizzo di psicofarmaci ( tavor, xanax, halcion etc..).

Se un paziente in terapia con Cannabis deve rinnovare la patente o esegue un lavoro in cui è richiesta attenzione, l’uso terapeutico va riferito al medico competente (es. medico del lavoro).

Al momento, le forze dell’ordine preposte non controllano, come nel caso dell’ alcool, la concentrazione di altre sostanze (anfetamine, oppiacei, benzodiazepine ecc) nei fluidi corporei del conducente se non in caso di sinistro stradale per ordine dell’autorità giudiziaria. In quel caso i cannabinoidi possono essere ricercati e dosati (possono essere trovati nei liquidi corporei anche dopo un mese dalla sospensione dell’utilizzo degli stessi) ma non esiste scala di riferimento per cui si possa dire che una data concentrazione trovata nel sangue, corrisponda a specifici effetti responsabili dell’alterazione di coscienza che ha prodotto il sinistro stesso. Questo può essere un dato di interesse per le compagnie assicurative.

Anche per rinnovare il porto d’armi è necessario segnalare la terapia con Cannabis terapeutica al medico competente.

La Cannabis può essere somministrata in diverse modalità:

  1. La via inalatoria tramite fumo di sigaretta, frequente a scopo ludico, non è la più raccomandata. La combustione in generale comporta l’inalazione di sostanze tossiche e cancerogene come il monossido di carbonio e il catrame. Inoltre per le elevate temperature il 40% del THC viene degradato e non è possibile conoscere quanto del principio attivo del preparato, venga realmente assorbito dal paziente.
    Il vaporizzatore prevede la vaporizzazione ad alta temperatura dei principi attivi contenuti nelle infiorescenze tramite l’utilizzo di questo specifico apparecchio senza gli effetti nocivi dei prodotti della combustione. Purtroppo risulta essere un metodo costoso ma presenta il vantaggio di favorire l’assorbimento della sostanza in pochi minuti con una durata dell’effetto terapeutico di circa 3, 4 ore. Il suo utilizzo si consiglia nei pazienti con nausea, vomito, spasmi, emicrania.
  2. Via orale: decotto (infiorescenze libere, in cartine, in capsule apribili), olio, resina, tinture alcoliche e glicoliche, estratti in CO2, edibili o commestibili come burro di cannabis e biscotti.

La cannabis terapeutica funziona in associazione con gli altri farmaci agendo spesso da sinergico, cioè potenziando l’efficacia dell’effetto terapeutico di farmaci specifici ( esempio si riduce l’uso dei farmaci per il sonno, per il dolore, i cortisonici, ecc).

I nostri studi osservazionali ci spingono a continuare la ricerca sull’uso dei vari tipi di Cannabis, nelle seguenti patologie:

  • Fibromialgia e tutte le patologie di pertinenza reumatologica che implichino dolore cronico
  • Malattie neurologiche e non, che implichino stati di spasticità e dolore muscolare
  • Cefalee ed emicranie croniche resistenti a terapia convenzionale
  • Malattie infiammatorie intestinali ( colite ulcerosa, morbo di Crohn, celiachia, leaky)
  • TumoriÈ opportuno sottolineare sempre che non abbiamo studi scientifici comprovati sull’efficacia antitumorale della Cannabis. Della sostanza utilizziamo gli effetti anti emeti- ci, sull’aumento dell’appetito, sul miglioramento del tono dell’umore ,la qualità del sonno e le stomatiti che insorgono dopo chemio e radio terapia.

A seconda del tipo di Cannabis terapeutica impiegato dal medico sulla patologia da trattare, possono esserci degli effetti (in genere temporaneamente reversibili) diversi legati alla presenza della molecola del THC:

  1. Sensazione di lieve euforia che può essere descritta anche come lieve ansia o irritabilità ( sintomi condizionati anche dall’atteggiamento mentale con il quale si assume la sostanza) che può portare a brevi scatti di ira. Questi sintomi sono in genere descritti solo dai pazienti in terapia con Bedrocan (meno con Bediol) ma passano nel giro di una settimana, al massimo dopo una decina di giorni.
  2. Tachicardia, aumento della frequenza cardiaca (la cannabis terapeutica è sconsigliata nello scompenso cardiaco) reversibile in pochi giorni dall’inizio dell’assunzione.
  3. Vasodilatazione con diminuzione della pressione arteriosa: per questo effetto si consiglia, nei pazienti in terapia cronica con antipertensivi, di controllare i parametri pressori dopo qualche giorno dall’inizio della terapia;
  4. Iperemia congiuntivale (arrossamento oculare).

Gli altri effetti “avversi” della sostanza ( alterazione della risposta linfocitaria, riduzione della spermatogenesi, disturbi della memoria, basso peso alla nascita e disabilità per assunzione in gravidanza) sono descritti con l’uso della Cannabis da strada e non sono quindi necessariamente gli stessi dopo l’uso cronico della Cannabis terapeutica. Per capire questo occorrono studi seri e confrontabili di cui attualmente non disponiamo.

Nel caso di una iniziale assunzione di un quantitativo eccessivo di Cannabis ( con i dosaggi terapeutici da noi utilizzati, non è possibile incorrere in queste problematiche), è stata descritta una sindrome detta “morte bianca” o” bad trip”.
Si tratta di una condizione sgradevole, accompagnata da intenso malessere fisico (tachicardia, pallore, capogiri) e psichico con allucinazioni, disturbo di ansia, paura, sensazione di perdita del controllo reversibile spontaneamente nell’arco di mezza giornata.

Una overdose da Cannabis generalmente non causa danni e questi consigli possono aiutare a gestire la situazione:
1)  Cercare di rimanere calmi, tutto passerà nel giro di poco;
2)  Bere abbondantemente ma lentamente a piccoli sorsi cercando di evitare teina, caffeina e alcolici
3)  Tentare di dormire oppure riposarsi;
4)  Passeggiare se possibile e accompagnati;
5)  Fare una doccia e non un bagno;
6)  Distrarsi con attività piacevoli e rilassanti

La Cannabis terapeutica, per il suo effetto, se interrotta anche bruscamente, non determina una sindrome da astinenza di tipo fisico nel senso classico del termine. Per capire il concetto si può pensare allo stesso effetto dello stop brusco di assunzione di caffè che può de- terminare effetti più o meno fastidiosi a seconda della dose assunta.

Libreria video

Il Dr. Paolo Poli parla della terapia del dolore 

A Physician’s Perspective: Dr Paolo Poli on chronic pain

Dott. Paolo Poli – SIRCA – Primo Congresso Nazionale

Tremore Essenziale

Il tremore essenziale è un disturbo neurologico di origine sconosciuta. I sintomo comprendono disturbi motori di origine cerebellare e possono accompagnarsi ( raramente ) a disturbi di tipo cognitivo, deficit olfattivi e uditivi.

Studi clinici dimostrano come l’interazione della Cannabis Medica con il sistema endocannabinoide ( sistema fisiologicamente presente nell’organismo composto da recettori e sostanze che normalmente vi interagiscono) possa portare a netti miglioramenti di questa patologia.

Il meccanismo attraverso il quale questo effetto viene raggiunto non è del tutto noto ( essendo non nota la causa della patologia), ma sembra dovuta alla stimolazione dei recettori del sistema endocannabinoide, sopratutto a livello del Sistema Nervoso Centrale, da parte dei componenti della Cannabis Terapeutica, specie del THC.

Emicrania e Cefalea

Col passare del tempo, dalla legalizzazione della Cannabis Medica , si stanno accumulando sempre più evidenze scientifiche circa l’efficacia dei Cannabinoidi nella terapia e prevenzione della cefalea e dell’emicrania.
Molti pazienti affetti da queste patologie in forma severa sono spesso costretti a ricorrere all’uso di analgesici maggiori, come gli oppioidi, sopportandone i pesanti effetti collaterali.
La Cannabis Medica, nelle popolazioni di pazienti responsivi ha mostrato di essere in grado di provocare una netta riduzione dell’incidenza dell’attacco e della sua gravità.
Uno studio pubblicato nel 2018 dal Dipartimento di Neurologia del Cleveland Neurology Institute, negli Stati Uniti, ha valutato 445 pazienti con cefalea o emicrania trattati con Cannabis Terapeutica.
I risultati di questo studio sono stati estremamente incoraggianti. Circa il 95% di questi pazienti ha potuto sospendere le precedenti terapie, per lo più basate su analgesici maggiori  quali gli oppioidi, o su antinfiammatori non steroidei, antidepressivi, stabilizzatori di membrana, miorilassanti o derivati dell’ergotamina e proseguire con la Cannabis Medica in monoterapia.
Esiste infine  una particolare forma di cefalea , la Nevralgia di Arnold, spesso  chiamata Cefalea di Arnold.
Questa è in realtà una forma di cefalea occipitale ( Nevralgia Occipitale ) dovuta ad un fenomeno irritativo /infiammatorio dei nervi piccolo e grande Occipitale.
E’ caratterizzata da attacchi di dolore violento, solitamente  monolaterale , a carico della regione occipitale irradiati fino al padiglione auricolare ed alla regione oculare. Il dolore è da moderato a grave, di tipo trafittivo, spesso pulsante o percepito come una scossa elettrica.
Possono essere presenti disturbi della vista ( sensibilità alla luce ) , ipersensibilità ai suoni , nausea e vomito.
Gli attacchi possono durare da qualche minuto a ore.
Essendo una patologia non troppo comune questa viene spesso confusa con l’emicrania.
In questo tipo di patologia la Cannabis Medica è in grado di smorzare l’intensità del dolore ma spesso non di sconfiggerlo. La terapia con maggiore possibilità di successo consiste  nell’impianto di un neurostimolatore con elettrodo sottocutaneo che raggiunge i punti di emergenza del nervo interessato.
L’azione del neurostimolatore sottocutaneo è amplificata dalla contemporanea assunzione di Cannabis Medica.

Morbo di Parkinson

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell’equilibrio. La malattia fa parte di un gruppo di patologie definite “Disordini del Movimento” e tra queste è la più frequente.

Le strutture coinvolte nella malattia di Parkinson si trovano in aree profonde del cervello, note come gangli della base (nuclei caudato, putamen e pallido), che partecipano alla corretta esecuzione dei movimenti (ma non solo). La malattia di Parkinson si manifesta quando la produzione di dopamina nel cervello cala consistentemente. I livelli ridotti di dopamina sono dovuti alla degenerazione di neuroni, in un’area chiamata Sostanza Nera (la perdita cellulare è di oltre il 60% all’esordio dei sintomi). Dal midollo al cervello cominciano a comparire anche accumuli di una proteina chiamata alfa-sinucleina. Forse è proprio questa proteina che diffonde la malattia in tutto il cervello. La durata della fase preclinica (periodo di tempo che intercorre tra l’inizio della degenerazione neuronale e l’esordio dei sintomi motori) non è nota, ma alcuni studi la datano intorno a 5 anni.

La Cannabis Terapeutica , in numerosi studi medici , ha dimostrato la sua efficacia nel ridurre le cadute accidentali, il tremore , la rigidità muscolare, la regolazione del ritmo sonno veglia  oltreché la depressione che spesso accompagna questi pazienti durante il decorso della malattia

Disturbi d’ansia

Si può parlare di disturbo d’ansia quando i sintomi si prolungano per almeno 6 mesi. In generale chi soffre di disturbo d’ansia tende a sovrastimare il pericolo di una determinata situazione, mette in atto comportamenti di evitamento o ad avere una sensazione di ansia percepita soggettivamente eccessiva.

I sintomi più frequenti del disturbo di ansia sono : irrequietezza e sensazione di tensione psichica costante, disturbi del sonno, fatica a mantenere la concentrazione, tensione muscolare cronica, tendenza al rimuginio del pensiero, senso crescente di pericolo.

Questi disturbi tendono a presentarsi più frequentemente nelle donne rispetto agli uomini e sono diagnosticabili come tali solamente quando si possano escludere altre cause psicologiche o fisiologiche che possano portare ad alti livelli di attivazione.

La Cannabis Medica ha mostrato di avere efficacia su alcune  popolazioni di  questo tipo di pazienti : Disturbo di ansia generalizzata disturbo di panico e disturbo di ansia causato da altre situazioni mediche ( paziente oncologico) .

Fibromialgia:

malattia cronica di tipo “reumatico” caratterizzata da dolore ( riferito talvolta come bruciore, tensione, contrattura muscolare o rigidità) localizzato in particolare a livello della colonna vertebrale, zona cervicale ( con presenza o meno di emicrania), delle spalle ( tipo mail di schiena), polsi, braccia, zona sacrale e del bacino. Si associa a stanchezza e spossamento generale, alterazione del ritmo sonno veglia e disturbi dell’umore come ansia e depressione spesso associati a calo di concentrazione e perdita di memoria a breve termine.

Le nostre terapie integrate prevedono la presa in carico del paziente a 360 gradi con l’uso della Cannabis terapeutica , un percorso psicologico personalizzato e l’uso di tecniche mininvasive in particolare la PENS.

Nevralgia post Erpetica

Scopri cos’è la Nevralgia post Erpetica e come deve essere trattata:

Dolore oncologico:

La nostra equipe  utilizza comunemente  la Cannabis terapeutica per le problematiche oncologiche.

L’effetto adiuvante della Cannabis terapeutica sulla nausea, il vomito, l’aumento dell’appetito, l’innalzamento del tono dell’umore, ne fanno una indicazione ormai di prassi  nel paziente oncologico specie se che sottoposto a  chemioterapia .

La sua potente azione antiemetica ( contro la nausea ed il vomito) in corso di chemioterapia è ormai universalmente riconosciuta.

Il suo effetto rilassante e antinfiammatorio, può essere utilizzato efficacemente contro il dolore oncologico in associazione con terapie farmacologiche specifiche somministrate per via orale, parentelare o tramite pompe a infusione.

L’associazione della Cannabis Medica con altre terapie antalgiche a base di oppioidi può permettere di ridurre consistentemente il dosaggio di quest’ultimi , così da ridurne gli effetti collaterali e migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Malattia cronica di tipo “reumatico”:

Caratterizzata da dolore ( riferito talvolta come bruciore, tensione, contrattura muscolare o rigidità) localizzato in particolare a livello della colonna vertebrale, zona cervicale ( con presenza o meno di emicrania), delle spalle ( tipo mail di schiena), polsi, braccia, zona sacrale e del bacino. Si associa a stanchezza e spossamento generale, alterazione del ritmo sonno veglia e disturbi dell’umore come ansia e depressione spesso associati a calo di concentrazione e perdita di memoria a breve termine.

Le nostre terapie integrate prevedono la presa in carico del paziente a 360 gradi con l’uso della Cannabis terapeutica , un percorso psicologico personalizzato e l’uso di tecniche mininvasive in particolare la PENS.

Morbo di Crohn e MII:

Si tratta di patologie croniche in cui una infiammazione eccessiva e fuori controllo coinvolge le mucose del tratto gastrointestinale. La causa scatenante risulta sconosciuta ma il meccanismo evolutivo si basa sull’attivazione di autoimmunita’.
La regolazione sia dell’immunita’ che dell’infiammazione ad opera della Cannabis terapeutica, con protocolli personalizzati e specifici, permette di modulare la sintomatologia e di raggiungere una migliore condizione di vita.

Psoriasi:

Si tratta di una malattia infiammatoria della pelle ad andamento cronico e recidivante. Nella nostra esperienza clinica, la somministrazione della Cannabis terapeutica, per via orale e/o per via topica, risulta un ottimo adiuvante per la riduzione del numero, della estensione delle lesioni e anche dell’uso delle terapie a base di cortisone.

Sclerosi multipla e spasticità:

La spasticità è un sintomo caratterizzato dall’aumento del tono muscolare a riposo presente nei pazienti con SM che riguarda in particolare gli arti inferiori e può associarsi a crampi o improvvisa perdita di forza. L’uso della Cannabis terapeutica nelle fasi precoci di malattia, consente talvolta, in associazione con le terapie specifiche, di ottenere un controllo del dolore e della spasticità che affligge in particolare, i pazienti con malattie neurologiche.

Insonnia resistente a farmaci:

Per insonnia si intende quella condizione in cui il paziente fatica a prendere sonno oppure soffre di risvegli frequenti da cui si ha la sensazione di non essere abbastanza riposati al risveglio. Purtroppo i farmaci comunemente utilizzati ( sedativi, ipnotici, antidepressivi e anticonvulsivanti) possono avere gravi effetti collaterali, indurre dipendenza e la necessità di aumentare le dosi nel tempo, per avere gli stessi effetti farmacologici.

L’ utilizzo clinico della Cannabis terapeutica nei casi selezionati, consente di ridurre e addirittura talvolta di sospendere l’uso di psicofarmaci e di migliorare molto la qualità del sonno.

Epilessia e sindromi genetiche rare:

In molte forme di epilessia farmaco residente specie nei bambini o nelle forme nelle quali i dosaggi dei farmaci impiegati producono effetti tossici, l’impiego del CBD della Cannabis terapeutica, ha dato risultati incoraggianti con l’ effetto di ridurre il dosaggio dei farmaci specifici per l’ epilessia e spesso anche il numero e l’intensità delle crisi.

Il Morbo di Alzheimer

Il Morbo di Alzheimer è una patologia altamente invalidante per la quale non esiste una vera cura di malattia , nel senso che non esistono terapie in grado di riportare il paziente in una fase di remissione completa .

E’ una patologia che coinvolge tutto l’ambiente familiare, che si trova a doversi interfacciare con un paziente che va incontro ad un continuo deterioramento cognitivo.

Spesso questi pazienti attraversano delle fasi di intensa agitazione psicomotoria che possono  sfociare in momenti di violenza verso l’ambiente esterno .

La Cannabis Medica ha dimostrato di essere in grado di ridurre sensibilmente lo stato di agitazione dei paziente affetti da questa patologia, di regolarne il ritmo sonno veglia ( circadiano) e di permettere una migliore inetrazione con l’ambiente esterno.

Dolore da Herpes e dolore neuropatico:

Il dolore residuato dopo una infezione da Herpes Zoster ( detto anche fuoco di S.Antonio: malattia virale con comparsa di eruzione vescicolare cutanea sulla zona di distribuzione delle radici spinali colpite dal virus), può permanere per un tempo indefinito nell’area interessata anche dopo la completa scomparsa delle lesioni cutanee.

Si tratta di un dolore continuo, superficiale, su un ‘area cutanea che diviene ipersensibile
( allodinia), peggiora con le variazioni di temperatura, il contatto con gli abiti, lo stress ecc.
Su questo dolore è necessario intervenire precocemente con un approccio multidisciplinare : la Cannabis terapeutica costituisce spesso un sollievo sulla sintomatologia dolorosa mentre le tecniche mininvasive ( PENS e PRF) permettono spesso la risoluzione del quadro.

Dr.ssa Antonella Scocca

Health Project Manager

 

E-mail: interventi@polipaincinic.com

Dr.ssa Simona Carnevale

La Dr.ssa Simona Carnevale è una Psicologa Clinica, dal 2018 collabora con la Poli Pain Clinic di Pisa; si occupa principalmente di ricerca e supporto psicologico in pazienti affetti da Malattie Croniche.
Svolge la sua professione anche nell’ambito del volontariato, occupandosi di Stalking, violenza psicologica e fisica, Bullismo e Mobbing, presso lo sportello protetto dell’Associazione Oltretutto di Cascina.
La Dott.ssa sarà a vostra disposizione telefonicamente o via email per eventuale supporto psicologico, ove fosse necessario.
E’ possibile organizzare un reale percorso di supporto psicologico con la Dott.ssa
Per quanto riguarda il suo percorso formativo:
• Nel 2019 Corso di formazione in “Il Gruppo Psicologico con persone affette da patologie croniche”;
• Dal 2019 il Corso di alta formazione in Psicologia Giuridica, Penitenziaria e Criminologia, per diventare Consulente Tecnico di Parte e d’Ufficio presso il Tribunale di Pisa;
• Dal 2018 specializzanda in Psicologia del Sé e Psicoanalisi Relazionale, presso l’ISIPSE’ di Roma;
• Nel 2016 tirocinio Postlaurea presso l’I.R.C.S.S San Raffaele di Milano, centro di eccellenza per i Disturbi di Personalità.
• Laurea Magistrale in Psicologa Clinica del Ciclo di Vita;
Ambiti di competenza:
• Psicopatologia in pazienti affetti da Malattie croniche
• Disturbi di Personalità
• Disturbi dell’Umore
• Disturbi d’Ansia

Dr. Paolo Poli

Si è laureato a Pisa nell’Aprile del 1975 nell’Istituto di Patologia Medica dell’Università di Pisa.
Subito dopo la laurea si è interessato ai problemi concernenti l’anestesia la rianimazione e l’emergenza.

Dal 1976 si e’ sempre occupato della terapia del dolore ed ha affrontato gradualmente la materia seguendo dapprima appositi corsi di Agopuntura e Riflessoterapia ed in seguito, imparando e cimentandosi con metodiche sempre più complesse.

La peculiare caratteristica fornitagli dalle due specializzazioni in Anestesiologia e Rianimazione e Medicina Legale e delle Assicurazioni lo hanno portato ad essere più volte chiamato quale membro della Commissione per l’accertamento della morte ai fini del prelievo di organo scopo di trapianto terapeutico.

Nell’ambito degli emergenti problemi della protezione civile in caso di calamita’ naturali e disastri per una sempre più completa preparazione nelle più moderne metodiche di soccorso e di assistenza partecipò al Third World Congress on Emergency and Disaster Medicine (Roma 1983).

L’esperienza assunta in questi anni, nel campo della Terapia Antalgica gli ha permesso di organizzare e dar vita ad una Sezione di Terapia Antalgica con delibera del Comitato di Gestione dell’USL 12 Area Pisana.

I numerosi lavori e documenti prodotti in questi anni nel campo della Terapia Antalgica, gli hanno permesso di entrare a far parte del Consiglio Direttivo della S.I.C.D. (Società Italiana dei Clinici del Dolore Capitolo Italiano della WORLD SOCIETY OF PAIN CLINICIANS ) come vicepresidente.

Nel 1992 e`stato nominato professore a contratto nella disciplina di Terapia del Dolore presso l’ Università degli Studi di Pisa nella scuola di specializzazione di Anestesiologia e Rianimazione.Tale incarico e’ stato confermato per gli anni accademici successivi fino al 2001.

Ha al suo attivo oltre 40 pubblicazioni scientifiche di cui oltre 15 recensite. Dal Marzo 2001 è direttore responsabile della rivista scientifica”Vincere il Dolore”. È stato relatore in oltre 150 congressi scientifici nazionali ed internazionali su argomenti di Anestesia , Rianimazione, Terapia Antalgica, Medicina delle Catastrofi, Protezione Civile e Medicina Legale.

Nel giugno del 2002 venne attivata la Sezione Autonoma di Terapia Antalgica all’interno del Dipartimento di Oncologia. Da sempre il referente per la Sezione è stato riconosciuto nella persona del Dott. Paolo Poli. L’Attività del Centro comprende la cura del dolore correlato a patologie croniche non oncologiche (osteoartrosi, dolore da ernia discale, nevralgie, cefalea, ecc.) oppure collegato a malattia tumorale.

In questi anni la Sezione della Terapia Antalgica è stata riconosciuta nell’ambito regionale come Centro Referente Toscano senza alcuna necessità di delibere ma in forma assolutamente libera. Il Dott. Paolo Poli si è sempre adoperato perché il dolore venisse riconosciuto quale MALATTIA e affinché gli operatori sanitari potessero avere un ruolo ben definito e separato da altre figure professionali con il loro diritto ad una Unità Operativa Autonoma.

La presenza della Sezione di Terapia Antalgica è sempre stata punto di riferimento in Toscana e si è fatta promotrice di vari eventi. Il Dott. Poli insieme ai Colleghi si è fatto promotore di Convegni di rilevanza nazionale ed internazionale. Inoltre è Direttore Responsabile di “Vincere il Dolore”, rivista d’Informazione nata nel 2001 e rivolta ai medici di Medicina Generale in Toscana.

Il centro di Terapia Antalgica dell’Azienda è inoltre parte attiva del Capitolo Italiano della INS (International Neuromodulation Society), società della quale Dott. Poli è presidente nazionale. Elemento importante nel connotare l’attività della Sezione di terapia antalgica, oltre al numero rilevante di visite effettuate e di interventi ambulatoriali, è il numero di interventi di neuro-modulazione, neuro-stimolazione e neuro-lesione a radiofrequenza, tipologia di trattamento ad alto contenuto tecnologico e remunerativo.

Dal 2009 al al 2015, previo concorso nazionale, ha ricoperto il ruolo di primario dell’unità operativa complessa di terapia del dolore dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.

Nel 2016 ha fondato la POLIPAINCLINIC nella quale tutt’oggi riveste la qualifica di presidente.