«Un giorno, Mauro, un ragazzo alto sulla quarantina, moro e con il pizzetto curato ci raccontò della sua tremenda insonnia. Era ben vestito, indossava una giacca verde scura, sobria ma elegante e una cravatta tono su tono su di una camicetta bianca classica. Le labbra fini e la barba gli decoravano la bocca, mentre la sua voce era gentile e ferma.
Sembrava triste; dopo la morte della giovane moglie in un incidente stradale, si era ritrovato da solo a condurre l’attività di famiglia, un piccolo bar nel centro della sua città natale. Era toccato a lui anche il riconoscimento della donna dopo l’incidente, l’organizzazione del rito funebre, la sepoltura e, più di tutto, affrontare il dolore e il vuoto immenso da cui adesso si sentiva posseduto. Quella roba mostruosa che aveva dentro e che non sapeva definire, sembrava attrarre come in una vortice, tutte le sue energie. La sua vita non aveva tregua: si alzava al mattino presto per aprire il bar, lavorava come un matto fino a sera e poi dopo la chiusura, nonostante fosse trascorso ormai un anno e mezzo dalla scomparsa della sua adorata, andava a casa cercando di non incontrare nessuno. Ma l’incubo veniva dopo cena: il solo pensiero di andare a letto e di rivivere quello stesso inesorabile film lo terrorizzava.
— Lo so che spesso, quando una persona muore, la si riabilita. Ma credetemi, Francesca era una ragazza bella, magica, ironica, coraggiosa. Non si perdeva mai d’animo: il bar lo aveva desiderato lei e tutto, come d’incanto, si era sistemato per poter iniziare insieme l’attività. Mi sentivo un Dio: lei mi dava la forza di essere un uomo migliore, di tentare di riuscire nella vita e nel lavoro. Lavoravamo sodo e mi sentivo davvero fortunato, come un eletto. France riusciva a capire, consolare, gestire i clienti, i fornitori e tutti quelli che gravitavano intorno a noi. Conduceva le danze ma faceva in modo che credessi di essere io il protagonista. Vivevo di lei e per lei.
Mentre raccontava, l’uomo di fronte a noi rigirava la fede nuziale tra le mani e dai suoi occhi scendevano lacrime di commozione che cercava di trattenere. A sentire quella straordinaria dichiarazione d’amore mi chiedevo se quella donna, pur avendo vissuto una vita breve, non fosse stata fortunata.
— Ho passato momenti di rabbia inconcepibile, di rassegnazione, di apatia… tutto senza dormire se non due, massimo tre ore a notte. Aiutatemi sono stremato. I sonniferi non mi fanno più nessun effetto: vorrei dormire senza sogni almeno per cinque ore consecutive. Ho avuto il coraggio di chiamare la vostra segretaria Marta, alla quale ho fatto i miei complimenti per la dolcezza e la professionalità: lei mi ha incoraggiato a venire da voi, ad aprirmi a farmi aiutare.
Il professore prese la parola con tono dolce:
— Mi dispiace davvero molto per questa sua terribile storia. Penso che la cannabis potrebbe fare al suo caso.
— Mi scusi professore se continuo un attimo, ma volevo dirle che circa tre mesi fa mi si è presentata, qua sulla schiena, un’eruzione che il medico di famiglia ha definito essere dovuta a Herpes Zoster: il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio! Avevo tutta la parte sinistra interessata, c’erano anche delle pustole, ma soprattutto un dolore tenebrante giorno e notte che si è solo lievemente ridotto ma perdura, atroce, quando vuole lui. Si tratta di una sensazione di bruciore, come se ci fossero tanti spilli.
— Ah, allora potremmo “prendere due piccioni con una fava”! La Cannabis potrebbe aiutarla per il sonno, in quanto i principi attivi agiscono sia a livello centrale tramite la melatonina, che a livello periferico attraverso il meccanismo del rilassamento muscolare. Tutti i pazienti che la usano riferiscono un miglioramento, sia della qualità che della durata del sonno e piano piano, da soli, scalano i farmaci per l’insonnia. E il Bedrocan agisce anche in parte sul dolore neuropatico come quello causato dallo Zoster. Inoltre vorremmo proporle una PENS! La PENS è una procedura mininvasiva che viene praticata ambulatorialmente. Si inserisce un ago di diversa misura per via percutanea nell’area dolorosa e si collega a un campo negativo in modo che un flusso di corrente di intensità variabile passi attraverso l’area stessa. Attraverso questo meccanismo, le fibre nervose vengono stimolate e influenzate nel loro funzionamento e nella modalità di conduzione del dolore che può risultare alleviato per settimane o addirittura mesi. Insieme, proseguì il professore, potrebbero ottenere un risultato eccellente!
Proviamo così: Bedrocan gocce da aumentare gradualmente secondo questo schema e facciamo il trattamento PENS la prossima settimana: la seguirà la Dr.ssa Salvadori per questo: lei si occupa della terapia con radiofrequenza (PRF) e PENS e la seguirà nel percorso di cura. Invece la counsellor Giuliana la potrà aiutare a capire certi meccanismi e indirizzarla sulla strada più veloce per risolvere i suoi problemi.
— Mi fido di voi, mi affido a voi e vi ringrazio!
L’uomo si congedò silenzioso porgendoci la mano, salutandoci con un sorriso sommesso.»
Tremore Essenziale
Il tremore essenziale è un disturbo neurologico di origine sconosciuta. I sintomo comprendono disturbi motori di origine cerebellare e possono accompagnarsi ( raramente ) a disturbi di tipo cognitivo, deficit olfattivi e uditivi.
Studi clinici dimostrano come l’interazione della Cannabis Medica con il sistema endocannabinoide ( sistema fisiologicamente presente nell’organismo composto da recettori e sostanze che normalmente vi interagiscono) possa portare a netti miglioramenti di questa patologia.
Il meccanismo attraverso il quale questo effetto viene raggiunto non è del tutto noto ( essendo non nota la causa della patologia), ma sembra dovuta alla stimolazione dei recettori del sistema endocannabinoide, sopratutto a livello del Sistema Nervoso Centrale, da parte dei componenti della Cannabis Terapeutica, specie del THC.